Pozzo / Grande vaso in terracotta, Manifattura di Signa (Firenze), Primi del '900

Epoca:  Primi del '900 Misure: H 73 x L 73 x P 70 cm
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Grande vaso - Pozzo, in terracotta di Signa, raffigurante capitello corinzio. 

Opera magistralmente eseguita dalla famosa Manifattura di Signa (Firenze).

In buone condizioni

Periodo: Primi del '900

La fabbrica di ceramiche artistiche "Manifattura di Signa" viene fondata a Signa, in provincia di Firenze, nel 1895 da Camillo Bondi, nei locali della fabbrica "Fornaci di Signa" di proprietà del fratello Angelo.
Nel 1900, all'Expo di Parigi, la fabbrica espone numerose terrecotte plastiche, adatte a decorare gli esterni, dalla particolare patinatura che ne rende migliore l'aspetto e maggiore la resistenza agli agenti atmosferici.
Nel 1901 è presente all'Esposizione di Genova e negli anni successivi partecipa a numerose esposizioni all'estero.
La produzione, incentrata soprattutto sulla fedele riproduzione di modelli classici e rinascimentali, nel corso degli anni Venti comprende anche maioliche di gusto Decò.
Nel 1904 la direzione artistica della ditta è affidata ad Oreste Calzolari
Nel 1911 entrano i soci Massimo Bondi, Adolfo Lattes e Marco e Giorgio Olivetti e la ditta viene trasformata in Società Anonima Cooperativa, ragione sociale con cui rimane attiva fino al 1940.
All'inizio degli anni Venti la manifattura affianca alla tradizionale produzione la realizzazione di terrecotte artistiche
A metà degli anni Venti la manifattura occupa oltre 150 tra operai ed artisti ed è dotata di moderne attrezzature elettriche.
Tra i collaboratori annovera: Renato Bertelli, Bruno Catarzi, Giovanni Prini, Giuseppe Santelli, Ettore Ferrari, Giulio Cantalamessa, Adolf von Hildebrand, Leopold Anzengruber e Raffaello Romanelli.
Nel 1933 espone alcune eleganti sculture realizzate da Italo Griselli e dei grandi vasi da giardino in stile novecentista alla Triennale d'Arte di Milano riscuotendo un notevole successo.
Negli stessi anni collabora con la fabbrica il giovane ceramista faentino G. Battista Casanova.
Nel 1937 la ditta presenta alla Triennale di Milano, insieme ad alcune sculture realizzate da Italo Griselli, alcuni vasi di grandi dimensioni in stile novecentista.
Negli anni immediatamente antecedenti la seconda guerra mondiale la ditta diviene proprietà dei soci Fantacci e Montecchi e nel dopoguerra la proprietà passa nelle mani di Osvaldo Coisson che, grazie all'aiuto della contessa Pallavicini, riesce a continuare la produzione, riconvertita ormai in stoviglieria e pentolame, fino al 1952.
Degli anni del secondo dopoguerra, e di questa riconversione produttiva, ricordiamo la collaborazione dei tecnici, provenienti dalla "Richard-Ginori" Vecchioni, Giorgetti e Pavesi, oltre a quella del giovanissimo apprendista modellista e formatore Pietro Lazzeri.

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