Olio su tela, di Ibrahim Kodra,"Fotoreporter", firmato, Epoca '900

Epoca: Epoca '900 Misure: In cornice H 66 x L 51 x P 4 / Tela H 50 x L 35 cm
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Bel dipinto olio su tela di Ibrahim Kodra (Shëm, 22 aprile 1918 – Milano, 7 febbraio 2006), è stato un pittore albanese, attivo in Italia in ambito milanese. È considerato l'unico pittore albanese ad aver ottenuto successo e riconoscimenti a livello mondiale.
In questa opera viene raffigurato un fotoreporter con la sua amata macchina fotografica pronto a scattare.

Firmato in basso a destra

Misure: In cornice H 66 x L 51 x P 4 / Tela H 50 x L 35 cm


Biografia
Ibrahim Shaban Likmetaj Kodra (Ishëm, 22 aprile 1918 – Milano, 7 febbraio 2006) è stato un pittore albanese, attivo in Italia in ambito milanese. È considerato l'unico pittore albanese ad aver ottenuto successo e riconoscimenti a livello mondiale.

Nel 1938 vince una borsa di studio messa a disposizione dalla regina d'Albania e realizza il suo sogno di venire a studiare a Milano presso l'Accademia di Belle Arti di Brera. Fondamentale per lui l'insegnamento di Carrà, Carpi e Funi che lo seguiranno negli anni dell'accademia con i corsi di pittura e affresco. Nel 1942 vince un'altra borsa di studio, perché considerato il miglior studente di Brera. L'anno successivo si diploma e partecipa alla Mostra dei giovani alla Permanente di Milano. Apre il suo studio a Milano ed entra nel gruppo Oltre Guernica con il quale espone in una famosa collettiva in via Brera. Nel 1947 incontra Paul Eluard e l'anno successivo Pablo Picasso. Entrambi rimangono colpiti dalle opere dell'artista albanese: il primo scrive “Kodra è il primitivo di una nuova società”, il secondo afferma “ Anche la tua firma è un'opera d'arte”. Kodra inizia a esporre con successo in tutto il mondo, da New York a Tokyo, da Palermo a Stoccarda. Partecipa nel 1953 alla collettiva internazionale dell'Università di Parigi e nel 1954 espone con Picasso, Rouault, Dufy, Matisse e Modigliani a Chiavari. Le sue opere risentono dell'influenza post-cubista del primo dopoguerra e si arricchiscono grazie alla memoria della sua terra di origine, un oriente vicino e ricco di tradizioni, incontro di culture sul Mediterraneo. Le sue figure, figlie degli arlecchini picassiani, si inseriscono in ambienti visionari pieni di luce: tessere luminose che richiamano le esperienza bizantine. I suoi lavori sono conservati in musei e collezioni private, per esempio nel Museo del Vaticano. Muore a Milano il 7 febbraio 2006 e viene sepolto in Albania, come espresso nelle sue ultime volontà.

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