Epoca: | 1904 | Misure: | In cornice H 118 x L 89 X P 8 / Tela H 95 x L 66 cm | |
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Bel dipinto ad olio del famoso autore Giacomo Grosso, raffigurante una nobildonna, firmato e datato in alto a destra, bellissimo esempio della sua formidabile abilità e maestria nel ritrarre i volti dell'epoca.
"A trent’anni, nel 1890, è tra i pittori italiani più famosi: eccellente ritrattista, nel suo studio all’Albertina, passa il bel mondo dell’epoca: splendide nobildonne, gentiluomini, monarchi e presidenti di repubbliche.
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Grosso Giacomo (1860-1938). BIO
Giacomo Grosso nasce a Cambiano nel 1860.
Giovanissimo si reca a Torino dove, per sopravvivere, , dipinge insegne di negozi.
Preso coraggio, si presenta poi a Andrea Gastaldi, professore di Pittura dell’Accademia Albertina che, carta e matita, gli fa copiare un gesso. Il risultato lo convince al punto di scrivere al Sindaco di Cambiano per far ottenere una borsa di studio al promettente giovane.
Nel 1881 esordisce per la prima volta ad una pubblica mostra torinese presentando Amusant alla XXIV Esposizione annuale della Società d’Incoraggiamento alle Belle Arti al Circolo degli Artisti.
Nel 1882, al penultimo anno di Accademia, ottiene tre medaglie d’oro ai concorsi annuali: due primi premi per la Pittura e uno per Pittura murale a tempera.
Nel 1883 termina gli studi accademici con la vittoria al concorso Triennale di Pittura presentando una Maddalena ai piedi di Gesù Cristo Crocefisso.
Rinnega la pittura storica del maestro Gastaldi per abbracciare il verismo dell’ultimo Ottocento. A questo cambiamento arriva grazie alle letture di opere di Verga, Zola, Balzac e Flaubert. Il famoso dipinto Cella delle pazze infatti, presentato nel 1884 alla grande Esposizione Nazionale di Torino, che gli vale il premio della Città di Torino e la cattedra all’Accademia, è ripreso dal racconto verghiano Storia di una povera capinera.
La tela viene acquistata dal Municipio di Torino.
Divenuto professore si reca a Parigi dove trascorre mesi a studiare i grandi artisti del passato presenti al Louvre. Poco attratto dalla pittura impressionista, subirà invece una certa influenza dalle opere di De Nittis. Visita poi il Prado a Madrid, la National Gallery e i musei italiani e tedeschi sempre per ampliare i confini delle proprie conoscenze. Nel 1889 muore Andrea Gastaldi lasciando così scoperta la cattedra di Pittura. Questa viene assegnata a Pier Celestino Gilardi, già titolare della cattedra di Disegno di Figura che viene ceduta al Grosso.
A soli 29 anni il pittore entra quindi a far parte del corpo docente con una carriera che durerà per oltre 40 anni potendo usufruire, per speciale concessione, di ampi locali messi a sua esclusiva disposizione dall’Accademia.
Nello stesso anno presenta alla XLVIII Promotrice di Torino il Ritratto della signora Carola Reduzzi che viene acquistato dal Ministero della Pubblica Istruzione per la Galleria d’Arte Moderna di Roma.
A trent’anni, nel 1890, è tra i pittori italiani più famosi: eccellente ritrattista, nel suo studio all’Albertina, passa il bel mondo dell’epoca: splendide nobildonne, gentiluomini, monarchi e presidenti di repubbliche.
Partecipa a mostre nazionali ed internazionali.
Nel 1894 si presenta alla Triennale di Brera con il Ritratto della signora X, acquistato dalla Regina madre. Ma è l’anno successivo che la sua notorietà raggiunge il culmine: la partecipazione dell’artista alla prima Internazionale della Città di Venezia con l’opera Il supremo convegno provoca uno scandalo tale da rinominare l’evento come ”Biennale Grosso” per il soggetto, lesivo a detta di molti, della morale pubblica. Il dipinto, che suscitò tanto clamore fu acquistato da un cittadino argentino e andò bruciato per un incendio sulla nave che lo trasportava in Argentina.
Nel 1897 con Ritratto della signora Oytana vince il premio degli Artisti a Firenze.
Due anni più tardi ottiene la medaglia d’oro all’Internazionale di Monaco con un’opera già esposta in Italia: Il Ritratto di Virginia Reiter.
Nel 1903 il Re commissiona a Grosso il proprio ritratto e quello della Regina per farne dono al Presidente della Repubblica Francese Emile Loubet.
L’anno dopo quest’ultimo sarà ritratto dal pittore durante una sua visita in Italia.
Per i successi ottenuti ai molti Salon ( si ricordi nel 1903 la partecipazione con La Sainte Famille che gli vale la Medaglia d’oro, la seconda che guadagna in Francia) e per l’apprezzamento del primo cittadino di Francia, Grosso viene insignito della Legion d’Onore.
E’ il primo artista italiano, dopo Giuseppe De Nittis, ad ottenere un simile riconoscimento.
Nel 1906, alla morte di Gilardi, la cattedra di Pittura viene vinta da Giacomo Grosso.
Negli anni successivi lo troviamo numerose esposizioni nazionali ed internazionali.
Nel 1919 esegue il ritratto di Papa Benedetto XV, presentato poi anche all’esposizione Nazionale della Promotrice di Torino.
Il 2 marzo 1929 viene nominato Senatore.
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